Frutti Antichi: La Pesca della Vigna

In questo mio post vi avevo detto che durante la nostra passeggiata avevamo mangiato delle pesche selvatiche. Ho scoperto però che mi ero sbagliata, non sono pesche selvatiche, ma un’antica varietà di pesche, chiamate Pesche della Vigna.

L’ho scoperto leggendo le interessantissime schede sui frutti antichi pubblicate da Fabio di Gioia, Dottore in Scienze e Tecnologie Agrarie specializzato in frutti e ortaggi antichi, qui sul suo profilo Facebook.

Ecco come descrive Fabio questa antica varietà di pesca:

“La PESCA DELLA VIGNA, è una antica varietà da frutto che fin dall’antichità è stata sempre coltivata in consociazione assieme ai filari delle viti (come dice il nome). Infatti i contadini durante il periodo della vendemmia, tra la fine di settembre e gli inizi d’ottobre erano soliti consumare queste pesche, per alleviare la sete dovuta alla fatica del lavoro. Non a caso anche la Pesca della Vigna, matura nello stesso periodo dell’uva. Si tratta di una varietà diffusa un pò in tutta l’Italia, soprattutto in quella centro settentrionale, mentre è molto sporadica la sua presenza nelle regioni meridionali. La Pesca della Vigna, appartiene al gruppo delle pesche tomentose o comuni o pelose, caratterizzate da un colore di fondo giallo aranciato con sovraccolore rosso e una polpa bianco giallastra con leggere venature di colore rosso. Presenta un gusto abbastanza intenso e un sapore amarognolo, molto utile ad alleviare la sete. Di questa varietà tuttavia esistono alcuni varianti o ecotipi diversi, i quali si differenziano in base alle caratteristiche del frutto e al luogo di diffusione. Esiste infatti la PESCA DELLA VIGNA ROSSA, caratterizzata da una buccia rossa e sovraccolore aranciato e una polpa completamente rossa e la PESCA DELLA VIGNA BIANCA, caratterizzata da una buccia di colore arancio e una polpa giallo chiara. La Pesca della Vigna, è una delle poche varietà che si può riprodurre anche da seme. In questo modo le piante che vengono fuori dal seme sono chiamate “Varietà di Popolazione”, ossia piante diverse provenienti dallo stesso genitore. Inoltre è una varietà molto resistente alle malattie. Risulta infatti immune dalla Bolla del Pesco, è resistente agli Afidi e alla Tignola del Pesco e alla Mosca della Frutta. Questa varietà oltre ad essere consumata fresca, si può utilizzare per la preparazione di distillati, marmellate, può essere consumata in forma essiccata e addirittura accompagnata con un bel vino rosso dal sapore deciso e robusto.”

Nella sua descrizione tutto sembra combaciare con le nostre pesche: mature durante il periodo della vendemmia, un gusto abbastanza intenso e un sapore amarognolo, quelle che abbiamo mangiato noi avevano la buccia gialla e la polpa bianca, devono dunque appartenere alla varietà Pesca della Vigna Bianca.

Dato che ho letto che questa varietà si può riprodurre anche da seme, io ho provato a piantarne alcuni nel mio giardino. Il mio vicino M. mi ha consigliato di sotterrare il frutto intero, perché secondo lui in questo modo è più facile che nascano.

Ora incrociamo le dita e aspettiamo………vi farò sapere se nascono !!

14 pensieri riguardo “Frutti Antichi: La Pesca della Vigna”

  1. facci la marmellata bea…è buonissima, io vado a fare volontariato in una fattoria dove si fa accoglienza per mamme e bambini con problemi e lì c’è una bella quantità di terra dove abbimo vigna alberi da frutto animali.. e vicino alla vigna c’è un albero di pesche prorpio quelle che stai descrivendo . ho fatto della marmellata per la fattoria ed è molto buona….

    1. Ciao Ornella !! Grazie di leggermi !! Che bello quello che fai, il volontariato. Purtroppo la marmellata la dovrò rimandare all’anno prossimo perché le pesche erano ormai finite. Baci e a presto !!

  2. Interessante e ti ringrazio tanto delle tua citazione grazie grazie.
    Mi raccomando cerca di salvaguardarla perché se ne trovano poche in giro ed è una varietà veramente interessante perché resistente ai parassiti. Come è scritto si può riprodurre tranquillamente anche da seme ed una pesca interessante non solo per il consumo fresco ma anche per la trasformazione.
    A presto e grazie ancora.

  3. Qui da me , a Pinerolo, si trovano abbastanza facilmente al mercato, alle bancarelle dei contadini. Essendo una varietà non innestata e adatta alla coltivazione insieme alle viti, sono molto robuste e, come le viti, vivono bene al sole e senza innaffiature. I frutti, molto compatti e saporiti, sono ottimi al forno con cioccolato e amaretti. Ho provato anch’io a sotterrare qualche torsolo, vediamo se spuntano.

  4. Leggo solo oggi, a sei mesi di distanza… chissà se il seme sente la primavera e ha già fatto spuntare le prime foglioline? 🙂
    Piantare un pesco che resista alla siccità e ai parassiti pensando a chi passerà le sue giornate in vigna è un gentilezza d’altri tempi… grazie, sapevo solo dell’associazione con le rose e i gelsi…

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