Era da tanto tempo che sognavo questo giorno. Il caldo, l’estate, e noi sedute all’ombra della nostra grande quercia a rileggere il libro “Disegnare un albero” di Bruno Munari e poi portare fuori colori di ogni tipo e fogli per disegnarlo dal vero il nostro albero.
Il libro, comprato a Milano quest’inverno, l’abbiamo letto la prima volta nelle lunghe e fredde sere invernali. Da quel momento il nostro modo di guardare gli alberi è cambiato, più attento e consapevole, e soprattutto accompagnato da una voglia matta di disegnare.
Bruno Munari, aiutato da “un vecchissimo amico di provincia, un certo Leonardo, nato in un paesino vicino a Firenze…un uomo molto curioso” che stava delle ore ad osservare le piante e a disegnarle e ad annotare tutto ciò che riguarda la ramificazione delle piante e attraverso le sue bellissime illustrazioni, ci ha insegnato a “decifrare” lo schema di ramificazione degli alberi necessario per disegnarli. Sono tanti e diversi gli schemi di crescita di un albero: a due rami, a tre, o a quattro ramificazioni, con linee dritte o con linee curve, mentre una sola è la regola generale di crescita, da tenere sempre bene a mente:
Il ramo che segue è sempre più sottile del ramo che lo precede
Munari è consapevole dell’impossibilità di trovare in natura alberi perfetti, come quelli disegnati nel suo libro. Molti sono infatti i fattori ambientali che trasformano e modificano la struttura di un albero. Il vento per esempio, le piogge o i fulmini, ma comunque lo schema di base resta sempre lo stesso.
Nel disegnare un albero bisogna anche tenere conto di quelli che Munari chiama “i rami matti”, che sbucano da tutte le parti, all’improvviso, come uno scherzo d’aprile, ma anche in questo caso lo schema della ramificazione primaria non cambia.
L’autore ci mostra anche altri modi di disegnare gli alberi, a tre dimensioni, con un volume. Un albero con i fili di ferro cotto, per esempio.
Ora che conosciamo gli schemi e le regole necessarie per disegnare un albero cosa ne dobbiamo fare ?
Ecco la risposta di Bruno Munari a conclusione del libro:
“La perfezione, dice un antico proverbio orientale, è bella ma è stupida: bisogna conoscerla ma romperla. Adesso che, come penso, vi sarà chiaro come disegnare un albero, non dovete seguire pedestramente quello che vi ho mostrato; se la regola ormai vi è nota potete disegnare l’albero che volete, tutto diverso da quelli che avete visto in questo libro. Potete disegnarli con la matita, con la penna, col pennarello, col pennello, con il pastello, col gesso, con un pezzo di mattone, col carboncino, con le dita, con le polveri, con la cioccolata, col pennello da barba, con la scopa……E poi, soprattutto, insegnatelo ad altri.”
E noi così abbiamo fatto 😉
Buon fine settimana a tutti.
–
la mia pulce ancora è piccina per disegnare un albero ma l’idea è davvero carina!
buon weekend
Silvia
Grazie Silvia !! Quanti anni ha la tua pulce ?
19 mesi…ancora piccino no???
Adoro Munari e credo che questo sarà uno dei miei prossimi acquisti!!!
Sono sicura ti piacerà molto 🙂
A D O R O Munari! Ho studiato design ed ho letto, sia per motivi accademici che per piacere, diversi suoi libri…tra quelli adatta ai bambini amo Le Forchette e Nella notte buia…magari possono piacere anche a voi! 🙂
Anche noi adoriamo Munari ! Grazie per i consigli. Beatrice